Percorso come stile di vita…
Non posso insegnare niente a nessuno, perché ciascuno deve seguire il suo percorso.
A fine articolo, un esercizio per vedere oltre la siepe…
La poetessa Alda Merini nasce a Milano e alla sua città resterà sempre fedele, ritratta sui Navigli come luogo di profonda ispirazione poetica ed emotiva. Internata più volte in ospedale psichiatrico a causa delle continue crisi esistenziali, fa della poesia la sua ragione di vita, sfruttando una mente apparentemente fragile, nel suo più grande punto di forza.
Tra le righe delle sue poesie, emerge di continuo il calore umano che deriva dall’amore, dall’altruismo e da tutto ciò che nasce dall’avere cura delle proprie passioni e dei propri interessi; certamente non dal punto di vista egoistico ma umano.
L’aforisma ci porta a considerare il consiglio che solo noi possiamo veramente conoscere le nostre inclinazioni utili a seguire un determinato percorso, che sia interiore o esteriore, che ci porti a comprendere i segreti celati dentro il nostro profondo sé, oppure le terre sconosciute dell’universo antropico.
Se ci facciamo influenzare dagli altri, seguendo magari i loro dictat, ci allontaniamo dalla vera essenza che alberga nel cuore di ciascuno e che non mente mai, e attraverso intuizioni, epifanie, attimi travolgenti, ci rende unici nella nostra unicità, conducendoci inevitabilmente verso quelle mete che già abbiamo dentro ma che ancora non sono emerse a livello cosciente.
A volte cerchiamo conforto negli adulti, negli amici, in chiunque possa aiutarci a trovare la strada giusta per continuare il cammino nel migliore dei modi… quando invece, tutto giace sopito nel nostro animo, in quell’istinto interiore che tutto conosce, e sa applicare, portandoci lontano, fuori dagli abissi della sofferenza e della tristezza, di quella sana follia che ci invita a osare, a uscire dalla zona confort dove spesso ci piace abitare… perché comoda, perché ci siamo abituati, perché aprire quella porta ci spaventa, cosa ci sarà fuori? Meglio continuare nelle paludi deprimenti dell’abitudine piuttosto che tentare di uscire, di andare incontro al miracolo di una vita diversa, accattivante… Già ma prima io non lo so, non so se può accadere, non so cosa mi aspetta… E allora resto così, dove sono abituato a vivere, dove convivo con la noia, ma pur sempre è qualcosa che conosco, qualcosa che controllo, qualcosa che mi dona, a modo suo, sicurezza.
Non oso, ho paura. Alda Merini, attraverso la sua esperienza in manicomio, ci invita invece a percepire il dolore in maniera diversa: sfruttare ciò che può dare timore, per superare gli ostacoli e spingerci oltre, dove ci aspetta il vero appagamento.
ESERCIZIO MOTIVAZIONALE
Annota tutto ciò che ti viene in mente riguardo a un episodio della tua vita in cui hai avuto timore di prendere iniziative. Leggi e rileggi e scopri se avessi potuto agire in maniera diversa.
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