Kronos, nell’antica Grecia, rappresentava il Tempo ed era il padre di Zeus e di altri dei immortali Al Tempo erano legati miti e leggende.
Molti significati gli sono stati attribuiti e nei secoli, scrittori e letterati, scienziati e astronomi gli hanno dedicato pagine e fiumi di inchiostro.
Il Tempo è direttamente legato sia al concetto di Kairos, che a quello di Carpe diem.
Kairos non è infatti la misura cronologica ma è “il momento giusto per” fare qualcosa, “il momento ottimale” quella congiuntura di eventi che si verifica poche volte nella vita e di cui raramente si potrà avere ancora occasione…
Se è vero che il Tempo è un ottimo guaritore, balsamo lenitivo di tutti quei malesseri emotivi che avanzando svaniscono in una sorte di evanescenza sublimata, il Kairos rappresenta invece, da questo punto di vista, la sua versione opposta: più il momento diventa concreto e immediato, più è fondamentale coglierlo al volo! Trascorso quel fugace periodo, nulla potrà più essere recuperato. Rappresenta quindi, la congiuntura perfetta di eventi che devono essere colti, per non perdere occasioni importanti.
Anche in una discussione si può trovare un significativo Kairos: spesso ci sentiamo dire che interveniamo in modo anacronistico o che non ascoltiamo l’altro e ci imponiamo sulla comunicazione, che non creiamo un ambiente consono al dialogo o che peggio ancora ci esprimiamo in modo da venire mal interpretati, ecc. In tutte queste occasioni noi non produciamo Kairos e, di conseguenza, ci perdiamo tratti significativi di una comunicazione che lascia spazio a malintesi, fraintendimenti e perdite di tempo.
Carpe diem invece, è proprio “cogliere l’attimo” come consigliava Orazio nelle sue Odi, anche se alcuni non sono d’accordo e considerano questa una erronea traduzione.
In realtà, Orazio, intendeva più specificatamente, di goderci il presente come unico momento davvero godibile, senza pensare a un domani incerto e magari non raggiungibile, concetto che condivideva con “I canti carnascialeschi” di Lorenzo il Magnifico dove si invita esplicitamente a fruire di ciò che si ha, dato che “del doman non v’è certezza…”.
Concentriamoci dunque sulle gioie, sulle occasioni che possiamo godere nel qui e ora, senza aspettative sul futuro (come già suggeriva Shakespeare) restando ancorati al momento del vissuto e assaporando ogni singolo gesto senza sprecare nulla né lasciarlo al caso, sfidando dunque il tempo considerato come effimero e portatore di false speranze.
È necessario vivere con entusiasmo, tralasciando pensieri o azioni che ci portano lontano da un vissuto concreto che deve tendere alla felicità donata dalle piccole cose del quotidiano.
Buone pratiche quotidiane
Chiudi gli occhi e pensa di inventare un colloquio con il Tempo: vorresti forse tornare indietro negli anni o rivivere un momento meraviglioso della tua vita che appartiene ormai al passato? Oppure hai qualche rimpianto da soddisfare e quindi vorresti poter modificare una scelta?
Osservati con gli occhi di uno scrutatore attento ma anche imparziale, trova dentro di te le risposte che cerchi…
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