Il colore verde
La psicologia del colore verde e le emozioni ad esso correlate
Forse non tutti sanno che, anche i colori, così come i molteplici aspetti dell’esistenza, presentano caratteristiche positive e negative, quasi a sottolineare che ogni medaglia ha sempre un suo rovescio…
Caratteristiche
Come caratteristica positiva del colore verde dobbiamo subito ricordare che il verde, esattamente come il blu in tutte le sue nuance, è un colore direttamente legato alla Natura. Verdi sono le piante, l’erba, gli steli dei fiori, con tutte le eccezioni dei vari casi. Il verde è un colore riposante, del relax che si usa in tanti tipi di meditazione… si dice che osservare il verde per alcuni minuti, aiuti gli occhi affaticati a ritrovare il giusto equilibrio.
Si associa il verde anche alla gioia di vivere e all’armonia che ciascuno di noi ritrova con se stesso. Questo colore viene anche annesso al concetto di moralità e alla speranza.
Per converso, le caratteristiche negative della personalità che rifiuta questo colore, troviamo la bassa autostima, mancanza di armonia interiore, forte nervosismo legato al fatto di non vedere riconosciuti i propri meriti, e difficoltà a relazionarsi con gli altri in maniera costruttiva, dovuta all’insicurezza interiore.
Tra i consigli che gli esperti forniscono in questi casi, anche se si ricorda che non è mai opportuno generalizzare, c’è quello di controllare meglio le proprie paure che potrebbero sfociare in un’errata interpretazione dei comportamenti altrui.
Emozioni
Per quanto concerne invece il mondo delle emozioni, il colore verde è spesso associato alla capacità di mantenere alta la motivazione mentre si svolge un determinato compito, favorendo anche un buon grado di ispirazione. I
In alcune culture sarebbe favorevole a un nuovo inizio, simboleggiato dalla crescita di una pianta che emerge dal terreno.
Alcuni psicologi la associano all’emozione del disgusto: infatti la bile ha, tra gli altri, il colore verde relativo allo stato di vomito, quindi di qualcosa che dobbiamo buttare fuori, eliminare, perché appunto nocivo e che crea disgusto. Non tutti però sono d’accordo con questa definizione… e tu cosa ne pensi?
Alcune curiosità legate al mondo del colore verde
Modi dire associati a questo colore:
“Essere al verde”: è un’espressione molto comune, indica l’essere rimasti senza soldi.
“Il mostro dagli occhi verdi”: in inglese, viene così connotata la gelosia, sull’onda dell’Otello di Shakespeare.
“È verde d’invidia”: espressione tipica del linguaggio popolare per indicare la gelosia cieca.
È il colore del “via libera”, come indica il semaforo verde.
Storia e colore
Le caverne antiche, nelle quali il verde non compare, sono testimoni di come questo fosse considerato colore della vegetazione e della natura, dunque escluso. Secoli dopo, i Greci lasciarono testimonianza di un lessico cromatico molto vario, dove ancora il nostro colore non compare, a favore del bianco, del nero e di una vasta gamma di rossi. Neanche Omero, poeta per antonomasia nell’immaginario comune, accennò mai al verde: per gli antichi era una mera tonalità pallida che sfumava, debole e poco significativa, tra le altre tinte. Solo all’epoca di Pericle, nel V secolo a.C., il verde trova spazio nella lingua: viene definito prasinós, “porro”, senza attenzione per le diverse sfumature.
La situazione è però ben diversa tra gli Egizi, dove il colore veniva utilizzato già ben 4000 anni fa con significati evocativi positivi: colore della natura, della vegetazione e del papiro, era il simbolo della rigenerazione, associato al sommo dio Ptah, Creatore che avrebbe ordinato il grande Caos primordiale e il mondo dominato dalle acque. Inoltre, anche il dio Osiride era chiamato “Il Grande Verde”, cioè il dio che rinasce dopo la morte, dunque di buon auspicio erano proprio le pietre e gli oggetti sulle tinte del verde.
Ancora diversa è la situazione dei Latini, che al contrario dei Greci, non ebbero mai problemi a pronunciare il termine viridis, da cui il nostro “verde”. A lungo esso venne considerato un colore “barbaro”, per il colore degli abiti che venivano così tinti. Si trattava tuttavia di un colore più prettamente limitato alle vesti femminili. A Roma, però, anche i neonati venivano avvolti nel verde, come simbolo di buona sorte e con lo stesso intento si vestivano le donne in cerca di marito nel Medioevo, in attesa del lieto evento.
Con l’avvento del Cristianesimo, spesso era tinta di verde la croce di Cristo, a simboleggiare l’immagine della resurrezione e rigenerazione del genere umano. Agli inizi della storia di questa religione monoteista, però, il colore aveva una connotazione negativa: considerato un colore malefico, il verde era associato al diavolo, alle streghe e ai serpenti. La svolta venne con Papa Innocenzo III, il quale decretò che il verde era da considerarsi un colore medio, da usare in alternativa al bianco, nero e rosso.