Sfrutta le tue capacità, valorizza le tue risorse e dai voce al tuo bambino interiore attraverso l’Oracolo di Delfi: Τέχνῃ χρῶ

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Scopri il potere del tuo bambino interiore e abbraccia la curiosità come guida verso la tua evoluzione personale. Per una vita autentica e piena di significato.
Bambino interiore
Bambino interiore

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Sono molte le filosofie orientali o gli studiosi, che ci raccontano del cosiddetto “bambino interiore”: da Pascoli, a Morelli, passando per Ho-oponopono, oppure il Buddismo.

In questo articolo, cercheremo di fornirvi gli strumenti utili per trovarlo dentro di voi, in quella dimensione non solo simbolica, ma pratica per attivare tutto ciò che avete imparato sul nostro blog fino a questo momento.

Non perderti alcun precetto dell’Oracolo di Delfi:

Consapevolezza e sviluppo personale
ikigai ragione di vita

Cominciamo dall’inizio, come cominciano le favole degne di essere raccontate, quelle che ci ammaliano, che ci fanno sognare e ci catturano l’attenzione… ci avete mai pensato? Quando qualcosa ci attira, quando davvero ci piace, non conosciamo distrazioni, non conosciamo sbadigli, e audacemente ci spingiamo sempre oltre… superiamo quei limiti assurdi, imposti dall’Io che geloso e invidioso, ci fa lo sgambetto, per non lasciarci proseguire, andare oltre il confine che l’intelletto ci pone… Eh già, perché altrimenti saprebbe benissimo di rimanere sconfitto; sa, perché lui LO SA, (ma anche noi, solo che diventa più comodo fare finta di non vedere…) che se viene oltrepassato quell’orizzonte dove rimaniamo ciechi alla passione, lui vince!

Invece se lo scavalchiamo, se “ci superiamo” procedendo verso quell’alba che ci promette promesse, allora là troveremo la gioia, là troveremo il bambino, là sarà pronto il sogno che diventa realtà!

Così esprime il pensiero Morelli:

Le persone guariscono quando aprono le porte al Bambino che è in loro, che magari hanno dimenticato, rimosso, diventando: serie, razionali, moraliste. Lui è energia viva, pura che vive in ciascuno di noi. Dobbiamo trovare azioni che lo facciano sorridere, che lo chiamino a scendere in campo per prendersi cura della nostra anima sofferente!”

È importante però a questo punto chiarire un fatto essenziale. Parlare di bambino, infatti, potrebbe destare confusione: non stiamo discutendo di un bambino nel classico delle sue manifestazioni, un bambino di circa 5 anni, prepotente, capriccioso, tiranno che chiede di essere sempre al centro dell’attenzione oppure placido, tranquillo, giocoso, puerile e urlante. Chiamiamo in causa, qui, un bambino ancestrale, che alberga dentro di noi da secoli, da quando è nato il mondo e che rimane il vero e reale depositario di tutte le nostre conoscenze… un bambino che non ha età, perché non si può contraddistinguere da alcun parametro temporale…

Un modo per accendere il Bambino che dorme dentro di te da forse troppo tempo, sai qual è???

Aprire la mente alla CURIOSITÀ… Andiamo a scoprire di cosa si tratta:

  • Gusto, piacere di accrescere il proprio sapere, di fare nuove esperienze;
  • Insieme di componenti fisiologiche e cognitive che vanno a costituire un’importante spinta all’esplorazione e all’evoluzione. La possiamo descrivere come il desiderio di provare, vedere, conoscere cose ed esperienze nuove;
  • La curiosità ci spinge ad assumere una posizione di scoperta attiva nei confronti della vita e a cercare ardentemente anziché attendere in modo passivo. È quell’attitudine mentale che ci rende perfettamente consapevoli, indipendenti, resilienti e dunque davvero liberi;

Come si può notare, spingendo l’anima a sintonizzarsi verso lo spirito curioso (accezione che a volte può trovare anche una connotazione negativa, quale individuo che si intromette nelle faccende altrui, ma qui non verrà contemplata, in quanto si intende porre l’attenzione solo sul suo aspetto totalmente propulsivo) ci sono enormi benefici, sia dal punto di vista olistico che complementare.

Vorrei puntare un FOCUS sulle parole: sapere, esplorazione, evoluzione, scoperta, esperienza, resilienza. Cosa significano secondo voi?

Prendete il vostro abituale quaderno degli appunti e scrivete il significato di queste parole. Ma ATTENZIONE non il loro significato da dizionario, ma quello che a voi arriva, secondo il vostro modo di intuirle o comprenderle…

Fatto?

Adesso vi racconto il mio parere, così potremo confrontarlo in un arricchente dialogo interattivo, dove, alla fine dell’articolo, mi potrete raccontare come lo avete inteso voi.

La curiosità spinge a modificare i nostri interessi: esplorare nuovi aspetti del mondo che ci circonda, e ancora prima, del nostro mondo interiore, ci fa crescere, evolvere verso una nuova dimensione di saperi che possono esserci utili, per scoprire come mettere in moto il nostro vero potenziale, renderlo efficace per ottenere cosa desideriamo; ma soprattutto sfruttare le esperienze che abbiamo appreso attraverso quel nuovo approccio di visione del mondo, per renderci resilienti, liberi e indipendenti in pensieri e idee.

Sentiamoci come un bambino che non conosce l’ambiente in cui vive e lo vuole sperimentare, sotto ogni forma possibile, creiamo la magia dell’inaspettato, domandiamo spesso:

  • amo sperimentare nuove possibilità?
  • sono disposto a spostarmi verso il punto di vista dell’altro?
  • riesco ad arricchirmi anche rispetto alle idee illuminanti di chi mi sta vicino?
  • sfrutto ogni imprevisto, oppure diventa bloccante una realtà che non conosco?
  • la curiosità, riesce ad arricchire il mio bagaglio interiore?

Come sempre, annota e rifletti, quanto suggerito dal tuo inconscio, lasciato libero di esprimersi senza giudizi o ripensamenti.

Legati inesorabilmente al mondo delle antiche ancestrali energie, troviamo, come siamo già abituati a considerare, gli Archetipi junghiani.

In questo caso, per come si contraddistingue il bambino interiore, al suo innato entusiasmo, voglia di vivere, eterna felicità che scopre anche nelle piccole cose della sua quotidianità, potremmo associare gli archetipi dell’Innocente e dell’Orfano.

Capiamo meglio come possono venirci in aiuto, per mettere in azione i saperi che abbiamo costruito.

Dato che l’Innocente si potrebbe annoverare tra i primi archetipi che incontriamo nelle nostre vite, lo individuiamo come colui che nasce e cresce, secondo i bisogni di stima che nutriamo quando incominciamo un’attività, ci muoviamo in un terreno che non conosciamo, o quando i nostri genitori o persone a cui teniamo, ci garantiscono sostegno in una nuova impresa.

Questo appoggio regala dunque all’Innocente, una sorta di sicurezza, una spinta verso la sua apertura al mondo, quasi ingenua, priva di quella maliziosità che a volte è indispensabile per non illudersi che qualcosa possa non andare secondo i piani… In questa visione idilliaca della realtà, però, potrebbero nascere i primi problemi, che lui non coglie, si ostina a non considerare, chiudendosi a volte persino dentro se stesso, fuggendo dai problemi che altrimenti dovrebbe affrontare, e che dunque potrebbero fargli crollare addosso, quel falso castello che si è costruito. Come possiamo capire, è un individuo fragile, vulnerabile che non sa come gestire gli ostacoli che si intersecano sul suo cammino.

Facciamo un esempio:

Se vogliamo ostinarci a negare i torti subiti, non dovremo innescare meccanismi difensivi che ci prosciugano energie e diventano difficili da sostenere; se colpevolizziamo gli altri dei nostri errori, eviteremo di affrontare noi stessi, proiettando verso il prossimo, difficoltà che così ci sentiamo autorizzati a rimandare; se fuggiamo da ogni situazione impegnativa non dovremo fare i conti con il nostro senso di inferiorità e impotenza, che ci rende inetti al mondo, come  avrebbe rimarcato l’acuto Italo Svevo.

Un consiglio che si potrebbe offrire, giunti a questo punto della nostra trattazione, è quello di non rinunciare mai ai nostri sogni, ai castelli che abbiamo costruito, ma di cercare di renderli autentici, senza cadere nella trappola del vittimismo se ciò non accade o peggio, della pretesa di rimanere ancorato a qualcosa che palesemente non funziona, per tentare di salvare quella parte di egocentrismo onnipotente, che caratterizza alcune fasi della nostra esistenza.

Come procedere dunque?

Ricordiamoci di cosa abbiamo appena letto riguardo al bambino interiore: ama divertirsi, vivere con quella leggerezza che non è superficialità, ma un incedere che non prevede pesi inutili sulle spalle! Allora ecco che ci viene in aiuto il gioco, quella metafora della vita che ci induce a non indugiare su situazioni perse in partenza, di procedere oltre, di imparare dalle lezioni apprese in positivo o in negativo, ma senza fossilizzarsi sull’esperienza in sé.

Il bambino e l’innocente giocano al gioco della vita in maniera scanzonata, con quel pizzico di ironia che secondo gli antichi scrittori era la soluzione ai tanti mali dell’epoca moderna: gettare la maschera dell’apparenza e vivere di quell’essenza che caratterizza il nostro vero Sé, depositario di ogni sapere e che entra in campo quando meno ce lo aspettiamo.

Ma esiste anche un altro archetipo a cui affidarsi, per comprendere meglio come agire. Si tratta del potere dell’Orfano.

A differenza dell’Innocente, al bambino che rispecchia questo archetipo è mancata la fiducia e la protezione del nucleo genitoriale. Questo tipo di personalità si accende a ogni fallimento, ogni volta che ci sentiamo rifiutati dalla società o dal contesto amicale e di riferimento, ogni volta che viviamo tradimenti o conflitti insoluti e che giudichiamo ingiusti.

Mentre il bambino interiore conosce come reagire e si appoggia alle enormi risorse che ha dentro di sé; l’innocente può contare su ciò che la vita di buono gli ha regalato e sfrutta le esperienze diventando resiliente; l’Orfano, al contrario, si abbatte, si adagia ancora di più pensando di essere un fallito, di non valere nulla, e di conseguenza rinuncia a combattere, invece di fortificarsi si sfascia, si sgretola miseramente, di fronte alle sfide della vita.

Cosa dunque possiamo imparare da lui? Apparentemente nulla… ma è proprio qui che vi invito a scendere nel profondo, a non lasciarsi ingannare da ciò che sembra, ma spesso non è…

Per prima cosa è necessario abbandonare la maschera: se una persona ci ha tradito e deluso, è inutile prendersela con tutti e diventare cinico, cattivo, gelido e diffidente, perché questo modo di porsi, non farà altro che accrescere la nostra condizione di “Orfani” dato che allora, molti altri ci rifiuteranno e si allontaneranno da noi che quella maschera, quel finto modo di comportarci, lascia emergere…

Secondo poi, è facile rimanere prigionieri dei nostri stessi piani, architettati per fuggire a un destino malevolo ma in cui, ironia della sorte, ci stiamo impegolando sempre di più.

Per scampare dunque al senso di abbandono, alla frustrazione perenne, all’isolamento forzato o all’idea che tutti ci vogliano sfruttare e annientare, è fondamentale analizzare la situazione da un punto di vista oggettivo, esterno, qualificato e magari chiedere l’aiuto di un professionista che ci fornisca quella lente di ingrandimento sulla realtà, che ci manca, a causa delle lenti deformanti che usiamo per rapportarci al prossimo.

Di senso di impotenza, ribellione priva però di senso pratico, al punto di cercare di darsi da fare ma senza avere mai la volontà di farsi carico delle responsabilità derivanti da fallimenti, ci parla in maniera esaustiva Georges Ivanovic Gurdjieff filosofo, scrittore, e mistico armeno.

La conclusione e gli insegnamenti che ci vuole lasciare come riflessione su tante occasioni perse della nostra esistenza, ben si esplicitano attraverso i seguenti Aforismi motivazionali, utilizzabili come stimolo-guida per agire in consapevolezza:

Prima di qualunque cambiamento poniti queste semplici domande:

1) Perché sono qui?

2) Vale la pena di restare?”

“Lo sviluppo dell’uomo avviene secondo due linee: sapere ed essere. Perché l’evoluzione si compia correttamente, le due linee devono procedere insieme, parallelamente l’una all’altra, sostenendosi a vicenda.”

“Il punto di partenza della ricerca è la conoscenza di noi stessi o “Lo studio di noi stessi”, “il ricordarsi di noi stessi. Diventare consapevoli di noi stessi, anche solo per pochi momenti, è la tecnica che può aiutarci ad uscire dallo stato di alienazione in cui ci troviamo abitualmente.

“Voi siete in prigione e tutto ciò che potete desiderare, se avete del buon senso, è di evadere. Nessuno può fuggire dalla prigione senza l’aiuto di coloro che sono già fuggiti. Solo essi possono dire in qual modo l’evasione è possibile e far giungere ai prigionieri gli utensili e tutto ciò che può essere necessario.”

“Ordinariamente l’uomo vive semplicemente seguendo il flusso. Non è semplicemente addormentato: è completamente morto.”

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